mercoledì 3 aprile 2013

La lanterna delle peonie: nel Giappone spettrale

La lanterna delle peonie, 2012, copertina“Una delle attrazioni dal successo scontato sui palcoscenici di Tōkyō è la rappresentazione, a opera del celebre Kikugorō e della sua compagnia del Botan-Dōrō, ovvero «La lanterna con le peonie». L'arcana commedia, ambientata verso la meta del secolo scorso, è l'adattamento di un testo del romanziere Enchō, scritta in giapponese colloquiale e, ancorché ispirata a un racconto cinese, squisitamente giapponese in quanto a colore locale. Sono andato a vedere lo spettacolo; e Kikugorō mi ha iniziato a una nuova varietà di piacere della paura.”

Così Lafcadio Hearn (1850-1904), attento osservatore della cultura giapponese di fine Ottocento, introduceva “Un karma passionale”, sua riduzione narrativa del Kaidan Botan-Dōrō, una delle più celebri storie di fantasmi giapponesi.

La storia trae origine da un antico racconto cinese del XIV secolo di Qu You (1347-1433), Mudang Dengji (“La lanterna delle peonie”). Il racconto, tratto dai Jiandeng Xinhua (“Nuovi racconti della candela”, 1378), venne assorbito dalla tradizione orale giapponese e riadattato nel XV secolo, per entrare nel repertorio del teatro rakugo (teatro basato su declamazioni orali, supportate da effetti sonori) e quindi approdare alla prima trascrizione letteraria di un kabuki (forma di teatro cantata e danzata), per opera di San'yutei Enchō, al secolo Izubuchi Jirōkichi (1839-1900).

Questa storia d’amore spettrale, vero e proprio caposaldo dell’immaginario soprannaturale giapponese, appare certamente singolare al lettore occidentale. I fantasmi giapponesi, e quelli orientali in genere, sono sovente mossi da qualcosa d’irrisolto che li lega alla vita terrena e che agisce come un karma negativo, dal quale lo spettro cerca di affrancarsi. Essi sono relegati a una condizione sub-umana: si tratta di esseri imperfetti, inferiori all’uomo e che tendono alla condizione umana piuttosto che allontanarsene.


Illustrazione di Warwic Gable da:
James Grace, Green Willow and
Other Japanese Fairy Tales
(1910)
Il tema dell’amante fantasma, molto diffuso nella letteratura fantastica europea, nella quale spesso si tinge di vampirismo e necrofilia, assume in questa storia tratti decisamente diversi da quelli fissati dal canone occidentale. Per avere dei termini di paragone, è interessante accostare la lettura del Botan-Dōrō a quella de La Morte amoureuse, di Théophile Gautier, racconto esemplificativo di molte altre storie occidentali tra le quali The Monk di Matthew G. Lewis, Die Elixiere des Teufels di E.T.A. Hoffmann, Carmilla di J. Sheridan Le Fanu. Le trame e i personaggi delle due storie sono molto simili, così come l’idea di un amore ineluttabile. Diverso è l’intento dello spettro-amante che da un lato mira al recupero di una dimensione terrena, dall’altro la rifugge. Il prete Romuald della storia di Gautier è travolto dalla passione per la bella e lussuriosa amante ultraterrena Clarimonde, e il suo amore assume connotati insani, sacrileghi. Al contrario lo spettro di O-Tsuyu, con la complicità della sua nutrice O-Yone, è mosso da un desiderio d’amore che mira al recupero di un’armonia familiare che non ha potuto realizzare in vita. L’avversione da parte dell’amato samurai Hagiwara Shinzaburo, che smaschera lo spettro e gli si oppone provandone repulsione, porta a un tragico epilogo quando il sentimento amoroso di O-Tsuyu si trasforma in risentimento e vendetta. Sentimenti, questi, che sono spesso il movente di molti kaidan, come la recente ondata cinematografica di film horror dal Giappone (largamente filtrata dagli Stati Uniti) ci ha insegnato (si vedano, per esempio, The Ring e Ju-on, Rancore). Botan-Dōrō, del resto, ha contribuito abbondantemente alla settima arte sia indirettamente sia direttamente, attraverso svariate trasposizioni cinematografiche, che datano agli albori del cinema muto, con una versione del 1910.

La lanterna delle peonie, edito da Marsilio a cura e per la traduzione di Matilde Mastrangelo, docente di Lingue e Letteratura giapponese presso l’Università Sapienza di Roma, porta al lettore italiano la versione di San’yutei Enchō, corredata da un’ampia e approfondita introduzione critica.

La lanterna delle peonie. Storia di fantasmi
San’yutei Enchō
collana Mille Gru, Marsilio, 2012
brossura, 296 pagine, €18.00
ISBN 9788831712873


Giuseppe Lo Biondo

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